Ancora fino a domani, 30 Dicembre, è possibile visitare alla galleria Kalòs di Messina la mostra d’arte contemporanea “Mantilla / Borrometi – Dialogo”.
Un dialogo, azzeccato, fra la originale pittura di Pietro Mantilla e l’acuto occhio fotografico di Enrico Borrometi.
Una esposizione che potrebbe dirsi essere basata sul concetto di identità e di anima.
Le famose donne “mantillesche” si presentano in una veste più intima del solito e, nel contempo, anche nuova.
Esprimono concetti sociali ed attuali come “La tentazione”, “Il passaggio dell’animale”, “La luna controlla la verginità”, “La Maddalena finisce di scontare la penitenza”, “La riflessione”, “La solidarietà”, “Figura di sesso ambiguo vivente”, “Figura che si scioglie”,“La favola del corpo che paralizza l’ignoranza ed altri.
Il mio preferito(sebbene “Figura che siscioglie” forse sia il più nuovo ed intenso) è senz’altro “La favola del corpo che paralizza l’ignoranza”. Particolarmente interessante per concetto e per originalità, per l’accostamento dei colori e soprattutto per il dinamismo della rappresentazione, simbolo di un dinamismo, presente e/o auspicabile per chiunque, interiore.
Mantilla, noto per il suo animo delicato e per la sua sensibilità, esprime, in questa mostra più che mai, un desiderio, forse una necessità, di profonda sincerità. E’ come se proponesse allo spettatore di svestirsi da ogni costruzione artificiale, di rendere trasparente la propria anima. Non importa che l’Artista lanci il messaggio attraverso la figura femminile – quest’ultima è da sempre il suo “tratto” -, l’invito è rivolto a chiunque osservi le opere esposte.
Espressive e dinamiche sono anche le fotografie di Enrico Borrometi che ritraggono l’Artista nel suo studio, sua casa e sua vita, mentre dipinge, mentre contempla i suoi lavori, mentre riflette. Un dialogo vivace ed indovinato fra pittura e fotografia.
Le figure femminili esposte sono primitive, sincere, empatiche, dinamiche. Dalla donna comune si arriva alla Vergine, la prima che sprona a spogliarsi dagli indumenti del passato e, con sorpresa, anche dall’arte. Perché perfino dall’arte? Forse è una Vergine tanto contemporanea che, in rappresentanza di tutti gli uomini di oggi, finisce per arrendersi all’idea che di “arte non si vive”? Invece, però, la esposizione dimostra il contrario.
Perché l’individuo si realizzi è necessario che sviluppi una certa creatività, di mente e di spirito. David Freedberg ne “Il potere delle immagini” dice bene che “la contemplazione di una immagine conduce dapprima all’imitazione ed in seguito all’elevazione dello spirito”. Ed è proprio quello che avviene osservando le opere in mostra. Credo che, nel mondo e nel personale universo interiore di ciascuno, non può esserci un vero, concreto e duraturo guadagno senza questo tipo di elevazione.
Che questa mostra sia, quindi, il principio del nuovo anno alle porte.
Fino al 30 Dicembre.
Ingresso gratuito.
Indirizzo: Messina, via C. Botta angolo via T. Cannizzaro, n. 2a
Orario di apertura: 17.00 – 20-00
Di seguito, qualche scatto della mostra.
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