Manuale di psicologia maschile

Lui è un uomo, è un po’ più alto di te, ha le spalle più larghe e i fianchi più stretti. Ha più forza fisica e i muscoli più prestanti, perchè dall’inizio della sua storia ha dovuto lottare con bestie selvatiche e feroci per sopravvivere. E’ geneticamente programmato per procreare, per questo è attratto da molte donne: ciascuna rappresenta una candidata perfetta per generare figli belli e sani. Certamente quando ti guarda non pensa ad avere dei figli con te, quello che viene elaborato a livello corticale è puro desiderio istintuale.

Con pochi movimenti oculari ed un rapido calcolo del cervello è in grado di prenderti le misure. Infatti, in genere, è più bravo di te ad orientarsi, nel calcolare le distanze, nel dare indicazioni stradali e nella matematica, perchè il suo emisfero sinistro è più sviluppato del tuo.

Si può arrabbiare facilmente ed essere impulsivo perchè ha dei livelli variabili di un ormone, chiamato testosterone, responsabile della risposta aggressiva.

Senza dubbio, preferisce fare più che parlare. Ad esempio ama giocare, organizzare attività con gli amici, lo sport. Ama praticarlo e anche esserne spettatore, forse perchè i suoi neuroni specchio (classe di neuroni che si attivano quando un individuo o un animale compie un’azione e quando osserva un altro compiere la stessa azione, ndr) riflettono le azioni degli atleti nella loro mente e questo a livello cerebrale è gratificante.

Poco meno di un decennio fa alcuni ricercatori hanno osservato come i padri si comportano coi figli piccoli quando sono da soli. Organizzano giochi, usano di più il corpo (pensate al cavalluccio sulle spalle o alle arrampicate) e a volte anche dei deliziosi scherzi che non verrebbero mai in mente ad una donna (when a dad is alone with his son).

Con una certa probabilità, preferisce fare più che parlare anche nella coppia. E se preferisce l’azione alla parola c’è un motivo neuro-anatomico: la lateralizzazione spiega perchè uomini e donne abbiano intelligenze diverse, ovvero sulla base dell’emisfero cerebrale più sviluppato (destro o sinistro) funzionano in modo diverso.

Non amano i lunghi discorsi, dopo poco tempo la loro attenzione cala, un po’ come potrebbe succedere a voi di fronte ad un programma di motori. E’ più efficace quindi un discorso breve, una richiesta specifica e contenuti chiari.

Ho sentito molte volte donne che dicono: “ma lui dovrebbe capire, dovrebbe accorgersene, non dirò niente, deve arrivarci da solo”. No, altrimenti non si è capito bene il concetto di diverso. Non è uguale a te, agisce e pensa diversamente, non è giusto pensare che si comporterebbe come te.

Quindi se avete un desiderio, un capriccio, una richiesta da fare ad un uomo l’unica via è dirglielo, anche piuttosto chiaramente. Non perchè siano tonti, ma perchè ragionano meglio su un piano pratico, piuttosto che su metafore e concetti astratti.

Non ultime hanno delle importanti pressioni sociali e culturali che determinano l’espressione dei sentimenti, il ruolo lavorativo e sociale, il potere di attrazione nei confronti delle donne. Da loro ci si aspetta che siano forti e vincenti, trascurando le loro fragilità. Come tutti hanno un bisogno più o meno forte di mantenere l’autostima, per questo a volte arrivano a correre dei rischi, ad accettare sfide, a preoccuparsi eccessivamente per il loro aspetto fisico. Si è parlato infatti di “crisi del maschio” (Cfr. Bauman).

Di fronte a donne in carriera, che ricoprono ruoli di potere, che sfoderano abilità superiori, ostentano potere economico, sicurezza ed indipendenza e sono più “predatrici” rispetto al passato, l’uomo non sa che ruolo tenere e quindi a volte assume quello di preda: si fa bello in palestra e dall’estetista per essere ammirato e poi scelto.

Come trarne il meglio? Mettendosi in ascolto, senza critiche, pregiudizi e toni punitivi, di una visione diversa del mondo, che in quanto tale può riservare delle sorprese, farci notare cose che non avevamo mai colto prima, farci sperimentare novità.

Se è vero, come suggerisce Carl Gustav Jung (psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero, ndr), che ciascuno di noi ha sia degli aspetti maschili (Animus) che femminili (Anima), dialogare col maschile può solo arricchirci interiormente.

Amelia Rizzo

Amelia Rizzo

Amelia Rizzo, classe 1986. Si laurea in Scienze Cognitive e Psicologia presso l'Università degli Studi di Messina. Collezionista di titoli, a causa della sua passione per la Ricerca viene condannata a tre anni di Dottorato, ma pare ne abbia già scontato la metà. Chiamata a curare la rubrica di #psycologia, non ha potuto rifiutare questa insolita richiesta d'aiuto.
1 Commento
  1. Avatar
    enza

    Interessante,complimenti.

    26/02/2015 at 8:25

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