I suoi volti riecheggiano mitologia e leggenda; per Distrart si è occupata delle fermate Brasile e Cairoli. Oggi la gallery di scirokko.it è dedicata a MaCa (alias Manuela Caruso).
La sua ricerca “parte (banalmente) dall’Uomo, non perché lo mette al centro dell’universo, anzi!”. Attraverso questo percorso, “MaCa non vuole svilire l’essenza umana, bensì innalzare il valore di tutti gli elementi che compongono il mondo in cui vive l’uomo”. Scopre dunque l’amore per il volto umano, “la semplicità nella simmetria ricorrente e l’estrema complessità nel dettaglio. Nel volto c’è tutto ciò che è l’uomo, in esso si racchiudono vista, tatto, udito, olfatto e gusto, tutto ciò che l’uomo usa per comunicare con il mondo esterno. Ma disprezzando il mondo che l’uomo ha creato, MaCa cancella gli organi sensoriali: dall’incapacità di comunicare, rappresentata come impossibilità a farlo – spariscono le orecchie, si tolgono gli occhi, si cancellano naso e bocca e si graffia la pelle – nascono i disastri che ci circondano. Proprio come il mondo in cui vive, il volto umano sfoggia una fisionomia sempre più effimera e incerta. E senza organi sensoriali l’uomo resta solo con se stesso.
L’invito dell’artista a chi osserva le sue opere è quello di staccarsi dall’immaginario consueto (l’occhio troppo umano) e guardare oltre. Oltre lo specchio, oltre la carne, oltre il microscopio e il telescopio e pensare che tutto è interno a tutto e che noi esseri umani facciamo parte di questo tutto e che nonostante l’unicità del particolare siamo tali e quali a tutto. Alla pietra, alla foglia, al pianeta, al manto erboso, alla vita. Basterebbe ricordarlo. Ma è pur sempre con gli occhi umani – con i loro limiti – che guardiamo ciò che vediamo”.
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