meritocracy & tolerance Vol I

Dunque, ci sono due termini molto in voga ultimamente che non vanno bene, sono sopravvalutati. Se io mi do del tollerante ad esempio credo di essere dalla parte giusta o di essere una gran persona perché tollero, ma tollerare significa sopportare e se per certi versi sopportare può essere meno dannoso di combattere, per altri invece ne potrebbe risultare molto più nocivo. Perché combattere almeno (si certo anche combattere non è un termine perfetto e sarebbe più rilassante poter utilizzare risolvere) è un atteggiamento privo di ipocrita mansuetudine, al contrario di tollerare, o meglio al contrario di quel tollerare che è molto in voga oggi e che nasconde una natura reazionaria ma tendenzialmente intrisa di codardia, che si spaccia per amorevole abbraccio protetto dalla retorica politicamente corretta di una terminologia superficializzata. Rispettare è la parola giusta, ma dal significato pesante e per certi tratti sfuggente. Tollerare è un surrogato, è un’incompletezza, un buco nella formazione di un rapporto. Provate ad immaginare una classica relazione di coppia nella quale invece dell’accettazione dell’altro sussistano fondamenta basate sulla tolleranza. Cos’è? Farsa, teatro: probabilmente ( esistono degli “a meno che” che non posso toccare in questa argomentazione altrimenti ci perdiamo e non ci basta il tempo e non ci basta lo spazio). Tollerare presuppone una disparità di posizione, dove uno concede all’altro qualcosa – la propria tolleranza –  dalla propria “altezza” e finché questa posizione non viene intaccata o finché ciò che viene tollerato si mantiene entro determinati limiti tutto può filare liscio; ma se viene messo a repentaglio ciò? Ecco che si torna subito al combattere, l’imbellettamento farisaico svanisce. O peggio ancora si combatte nascosti dietro la maschera, che equivale più o meno al colpire alle spalle. C’è bisogno che faccia esempi circa il fiume razzista che ancora scorre mimetizzato nella giungla della tolleranza? O che tiri in ballo il problematizzato non problema dell’omosessualità?

Travestita da principessa la tolleranza non è quel luccicante apice d’evoluzione sociale che tanti credono d’aver raggiunto nel loro smagliante sorrisetto. C’è della confusione. Democraticamente parlando esiste qualcos’altro che si sviluppa su binari di pura fratellanza, di uguaglianza ed è il rispetto dell’altro. Quindi vi prego, smettetela di tollerare, andate oltre…

p.s. l’altro termine che sfido a duello è meritocrazia, ma lo faccio la prossima volta. Promesso.

Alfio Quartarone

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