Paul Ursin: la musica che porta lontano

Oggi parliamo di musica. Per farlo abbiamo deciso di intervistare uno dei talenti più promettenti del panorama tech house, genere sempre più in voga tra gli amanti del clubbing, Paolo Ursino aka Paul Ursin.
Entriamo a casa sua: mixer e synth arredano una stanza fuori dal comune, sembra più di stare in uno studio di produzione. Una storia non convenzionale la sua, fatta di decisive influenze musicali e di un talento innato destinato a portarlo lontano. Ma andiamo per gradi.

Nella tua stanza si respira musica ovunque, i vinili riempiono gli scaffali e c’è un mixer per ogni lato della camera. Quando nasce questa passione per la musica?

Da piccolissimo: mio padre ha sempre frequentato le discoteche e sovente mi faceva ascoltare vinili e cassette del Piper di Roma dove allora si ascoltava la prima disco house. Un’influenza decisiva per me che volevo diventare un dj.

Ecco appunto, la figura del dj. Nella biografia della tua fanpage – e complimenti per gli oltre 2000 fan – ti definisci DJ/PRODUCER. Spiega a noi profani la differenza tra il DJ e il produttore. 

Anni fa esisteva una netta differenza fra le due figure. Il dj si distingueva per la selezione musicale e la tecnica nel mixaggio, il produttore d’altro canto era – ed è – colui che investe per la produzione e la diffusione del prodotto musicale.Oggi il pubblico è più esigente e al dj viene richiesta anche la capacità di realizzare, eseguire e mixare i vari brani. Allo stato attuale, la figura del disc jockey è uguale a quello dell’artigiano cui viene richiesto di creare i propri prodotti da zero.

Qual è il momento che ricordi con maggior piacere e quello che ti infastidisce di più? 

Il momento che ricordo con maggiore piacere è senza dubbio legato alla prima volta che sono entrato in un negozio di vinili (l’allora “Discobolo”), a 13 anni. Ero mosso da un entusiasmo indescrivibile, si respirava buona musica in ogni angolo del negozio, un ragazzo felice nel posto più bello del mondo. Il ricordo che mi infastidisce di più è invece legato a tutte quelle volte che dalla pista arriva in consolle una richiesta musicale che non ha nulla a che vedere col genere che sto suonando.FACCIA INERPROFILO

Quali sono i modelli cui ti ispiri e che consigli daresti a chi intraprende questa carriera? 

Non ho modelli ben definiti di riferimento. Ascolto davvero di tutto soprattutto talenti emergenti per capire cosa c’è nelle menti dei nuovi produttori. Un consiglio che posso dare è guardare il più lontano possibile, ogni traguardo deve rappresentare un nuovo inizio.

Siamo abituati a collegare i grandi eventi musicali alle grandi città (Barcellona, Berlino e Londra), l’Italia, e nella fattispecie la Sicilia, come risponde a questa cultura musicale? 

La Sicilia, nella sue più grandi province Catania e Palermo, contribuisce a far crescere a livello internazionale questo movimento. Anche Messina, grazie al notevole impegno di alcuni gruppi organizzativi, si sta consolidando come autorevole palcoscenico per le esibizioni di importanti artisti del genere. Direi che possiamo essere abbastanza soddisfatti di come la Sicilia risponda a questo movimento.

E la tua più grande soddisfazione a livello lavorativo qual è stata?

Senza dubbio l’incisione su vinile e la collaborazione con produttori di calibro mondiale come Danny Tenaglia, PLEASUREKRAFT, Simple Minds  e aver sentito le mie produzioni suonate da veri guru del settore come MOUSSE T, NIC FANCIULLI, MARCO CAROLA, PETE TONG tra gli altri.

Progetti futuri? 

Il 20 giugno mi esibirò a Barcellona in occasione del SONARWEEK all’interno dello showcase di OFFRECORDINGS, etichetta per la quale il 25 maggio è uscito un mio EP. Tra luglio e agosto, usciranno altri due EP per due importanti etichette di Berlino e Barcellona. Inoltre nella prima settimana di giugno renderò pubblico il calendario eventi della stagione estiva, prestate attenzione, sono certo ne vedrete delle belle!

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Claudio Florio

Claudio Florio, leva 1986. Da sempre interessato al mondo letterario, si laurea in Scienze della Comunicazione con una tesi sulle caratteristiche del linguaggio dei media. Ama la scrittura creativa, cura la rubrica #microracconti. Alla competizione preferisce la collaborazione. Tiene il cassetto sempre aperto perchè vuol vedere i suoi sogni in faccia, ogni giorno.
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