Eccentrica, intuitiva, provocatoria. Peggy Guggenheim fu una collezionista d’arte, una mecenate capace di influenzare il corso dell’arte del Novecento.
Figlia di due rampolli delle più facoltose famiglie industriali americane (lo zio è il proprietario del Guggenheim Museum di New York), Peggy nasce a New York nel 1898.
Entra a far parte del mondo dell’arte, partecipando a salotti e circoli importanti insieme al marito, un pittore dadaista. Così ha modo di conoscere intellettuali e artisti, tra i quali Marcel Duchamp con cui rimarrà amica tutta la vita e grazie al quale scoprirà l’amore per l’arte.
Dopo aver divorziato dal marito, a Londra apre la sua prima galleria d’arte: Galleria June, nel 1938. Si tratta della prima di una serie di collezioni che faranno sì che ella diventi un punto di riferimento per gli artisti del dopoguerra.
È a Parigi durante la seconda guerra mondiale dove acquista opere di artisti emergenti. Essendo ebrea, è costretta a tornare a New York, ma prima riesce ad aiutare molti artisti a lasciare l’Europa.
Nel 1941 inaugura a New York la galleria-museo Art of this century. Innovativi gli spazi espositivi, nuovi i nomi degli artisti, primo fra tutti Jackson Pollock.
La fama di Peggy arriva anche in Italia nel 1948. A Venezia compra palazzo Venier dei Leoni, sul Canal Grande, dove sceglie di vivere e esporre. Il museo espone opere surrealiste, cubiste, sculture di avanguardia e tanto altro ancora.
Decide di donare il palazzo e le sue opere alla fondazione Solomon Guggenheim di New York, a patto che la collezione rimanga sempre a Venezia.
La fondazione ha, inoltre, esteso la sua presenza attraverso la realizzazione di nuovi importanti musei; infatti oltre ai musei Guggenheim di Venezia e New York sono stati realizzati musei a Bilbao e Abu Dhabi.
Peggy Guggenheim muore in provincia di Padova nel 1979, all’età di 81 anni e le sue ceneri sono collocate nel giardino del suo palazzo, vicino al luogo dove faceva seppellire i suoi adorati cagnolini.
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