Vi siete mai chiesti perché coloro che raggiungono il traguardo della laurea vengono incoronati d’alloro? Ci viene in aiuto il mito di Apollo e Dafne raccontato dal poeta Ovidio nelle Metamorfosi (I, 544- 562). Secondo il mito, la ninfa Dafne, a causa della sua straordinaria bellezza, attirò l’attenzione del dio Apollo che si vantava di aver compiuto molte azioni gloriose. Tutto ciò scatenò l’ira di Cupido, dio dell’amore che decise, allora, di far innamorare Apollo della ninfa. Creò, così, due frecce: una d’oro in grado di far innamorare alla follia, destinata ad Apollo, e una di ferro capace di far provare repulsione all’amore, riservata a Dafne. Ecco che Apollo, da quel momento, perse la testa per la ninfa la quale, aveva espresso la volontà di restare vergine, emulando la dea Diana. Pur di sottrarsi alla non corrisposta passione del Dio, Dafne, chiede ed ottiene dal padre Peneo di essere trasformata in una pianta di alloro, in greco Dafne. Lo scultore Bernini riesce a fissare nel marmo il momento esatto della metamorfosi, quando il corpo di Dafne, catturato dall’inseguitore, si trasforma per incanto in un albero di alloro. Apollo pare ancora in corsa; blocca per un fianco la sua preda che si divincola urlando, mentre la corteccia avvolge il suo corpo, e frementi foglie d’albero nascono dalle sue mani. L’eleganza del gruppo scultoreo è coronata dalla raffinata elaborazione del marmo, che contrappone le levigate superfici dei due corpi alla scabrosità della corteccia legnosa. Apollo, dio di tutte le arti e della musica, colmo di disperazione, proclama che da quel momento le fronde dell’alloro sarebbero rimaste sempreverdi e avrebbero coronato il suo capo. Per questa ragione, dunque, la corona di alloro, dal latino laurus, incorona le teste di poeti, trionfatori e di coloro che raggiungono il fatidico traguardo.
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