Principio di saturazione

Che una volta abbiamo cominciato a giocare a questo videogioco sulle corse rally, e praticamente ogni volta che vincevi una corsa avevi accesso ad un’altra e dopo quell’altra un’altra ancora e siccome il videogioco era fatto bene, oppure non avevamo altro da fare che sollazzarci e andare in fissa per un videogioco, beh, neanche a dirlo, siamo andati in fissa per il videogioco. E stavamo li col joypad in mano a superare un livello dopo l’altro, senza renderci conto che l’unico obiettivo che avevamo era uccidere il nostro divertimento. Proprio così. Le corse erano 81, le abbiamo divorate in poche settimane, e una volta finite finiva il nostro gioco, niente più competizione, rincorse, sgommate, fuori pista, incitamenti, vaffanculamenti, esultanze, e insomma, niente più divertimento. Finito. E adesso? E adesso niente: uno rincorre, suda, si dimena, scalcia, ringhia, sputa o muore inseguendo l’arrivo, immaginando chissà cosa in quel cacchio di arrivo: la soddisfazione dell’arrivo? la pace dell’arrivo? l’orgoglio dell’arrivo? Invece l’arrivo corrisponde alla conclusione, alla fine dei giochi. Ed in pratica alla fine si finisce ricordandosi di quanto è stato bello rincorrere la fine, e che sarebbe bello poterla rincorrere ancora un pò.

Gioele Pandolfino

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