Provinciale: Giorgia Minisi/Claudio Piccini/Eugenio Vanfiori

GIORGIA MINISI

Cosa hai pensato quando hai sentito parlare per la prima volta di Distrart, del tentativo di diffondere la Street Art -intesa come arte urbana fruibile gratuitamente- a Messina? Che relazione hai con questo tipo di arte?
Appena ricevuta la notizia ho subito pensato, che sarebbe stata una bellissima iniziativa, sia per una rigenerazione del tessuto urbano della mia città, sia per il fatto di poter valorizzare il mondo dell’arte. Non era la prima volta che mi imbattevo in questa forma d’arte, in quanto lo scorso anno con i miei colleghi ho realizzato, un Murales in un liceo a Reggio Calabria. È una forma d’arte molto interessante perché non si sviluppa sotto forma museale, ma esce da questa “prigionia” e si sviluppa tramite i muri che costituiscono le nostre case. Le strade diventano “gallerie d’arte”.

In base a cosa hai scelto la tematica e com’è nata l’idea che poi hai presentato e realizzato per Distrart?
Il progetto presentava delle tematiche riguardanti i caratteri fondamentali di Messina, sulla sua bellezza naturale, su i suoi simboli e sulla sua identità, ma soprattutto il suo legame con il mare. La mia idea è nata tramite la lettura delle varie leggende inerenti alla città di Messina, e selezionando quelle che sin da piccola mi hanno sempre affascinato.

Generalmente, come nasce e prende forma una tua opera?
Il mio stile di lavoro è diverso da quello che ho presentato in questo progetto. Le mie opere si ispirano ad una forma d’arte informale, dove utilizzo spesso materiale come la sabbia, ma in questo caso non ho ritenuto opportuno utilizzare questo metodo. Mi sono concentrata su come poter rappresentare in maniera semplice, le leggende a cui mi sono ispirata rendendole in una chiave illustrativa.

Quale pensi che sia oggi il ruolo dell’artista e che spazio ha in una realtà come quella di Messina e della Sicilia in generale?
Oggi il ruolo dell’artista si è un po’ perso, soprattutto qui in Sicilia o almeno qui a Messina l’arte non è stata mai valorizzata quanto dovrebbe essere. Messina è una città ricca dal punto di vista artistico, peccato che non si sfrutti questo suo patrimonio.

Le strade di Messina per qualche giorno si sono trasformate nel tuo studio. Come hai vissuto l’esperienza di lavorare a contatto diretto con il pubblico? Hai da raccontare qualche episodio particolare legato a Distrart?
Lavorare a contatto con il pubblico è sempre una bella esperienza, in quanto puoi farti conoscere, puoi ascoltare i loro pareri e poter scambiare le varie idee.. Un episodio particolare è stato quando un bambino mi si è avvicinato e mi ha chiesto cosa rappresentasse l’opera, mentre descrivevo, mi hanno circondato una quindicina di persone.

E secondo te come ha reagito la città a questo progetto?
La città secondo me ha reagito al quanto bene, molta gente mentre dipingevo sorrideva , rimaneva sbalordita, i commenti erano positivi, in quanto dicevano “finalmente un pò di colore in questa città”, “almeno si coprono quei graffiti orribili”, “una bella idea”. Inoltre è anche stata una possibilità per poter ritessere legami tra gli abitanti e i loro luoghi.

Pasquale Pollara

Pasquale Pollara

Si considera un esteta. Amante del “bello” e dell’Arte, si dedica alla ricerca di nuove espressioni artistiche per poterle tradurre nel suo campo di applicazione: l’Architettura. Fedele alla tradizione, con taccuino sempre in tasca, disegna a mano libera per trasmettere istantaneamente la sua creatività. Muove i primi passi a Barcelona, oggi prosegue in autonomia la sua attività progettuale e i suoi lavori sono stati esposti e pubblicati in diverse occasioni. Riscoperta la passione per la scrittura, per scirokko.it cura la Rubrica di Design attraverso cui si impegna a trasmettere le sue passioni e l’amore per il suo lavoro.
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