Quarto potere

Citizen Kane è un bellissimo film uscito nelle sale d’oltreoceano nel 1941. Liberamente ispirato alla biografia del magnate dell’industria del legno e dell’editoria William Randolph Hearst è considerato uno dei migliori film della storia del cinema. Scritto, diretto, prodotto e interpretato da Orson Welles, racconta la vita del magnate della stampa Charles Foster Kane. Non vi dirò come finisce il film ma credo che possiate intuirlo, perché quando un potere è accentrato nelle mani di poche persone, le conseguenze sono devastanti. In Italia, il film, è stato distribuito con il titolo di “Quarto Potere”, locuzione che in sociologia, si riferisce alla funzione dei mezzi di comunicazione di massa come strumenti della vita democratica deputati all’informazione della collettività, sui comportamenti del governo, del parlamento e, in generale, sugli atti dei rappresentanti del popolo eletti nelle istituzioni. L’uso improprio di questo potere è il primo vero pericolo per la democrazia di un Paese per due motivi. Il primo è che se il controllo politico dei mezzi di informazione viene accentrato nelle mani di un ristretto gruppo di persone, la visione non sarà attendibile. Il secondo è che si applicherà il principio secondo il quale chi controlla questo potere filtrerà le informazioni che sono in contrasto con i propri interessi, si ostacolerà la possibilità dei cittadini-elettori di attuare delle scelte informate. La televisione, è ancora oggi una delle principali fonti di informazione, sia per le persone che non hanno molta dimestichezza con la rete, sia per chi vive in piccoli centri dove la tv locale resta un punto di riferimento, per cui proprio da quella piccola tv ci si aspetta un comportamento responsabile che non può avvalersi di ricattucci di bassa lega. Chi si compromette intellettualmente ha poco a che fare col dovere d’informazione e la deontologia di questo (e di qualsiasi) mestiere. La sensazione è che ultimamente qualcuno vuole fare il fenomeno e si avvale di mezzi poco ortodossi per arrivare ad una popolarità garantita da una morale ligia che in realtà è solo il mezzo per arrivare altrove.

Mi permetto di consigliarvi una lettura. “Le parole sono pietre” di Carlo Levi, dove l’esemplare passione dell’autore affronta i problemi di quella gente che davvero credeva e si adoperava nella lotta alla mafia.

Ileana Panama

Ileana Panama

Filosofa dallo spirito libero e passionario. Mille difetti e un solo pregio: la caparbietà. Pare che per essere il direttore basti. Non ama le mezze misure, le mezze parole e le mezze stagioni. Onestà intellettuale ed educazione, queste le cose che apprezza negli altri. Profondamente attaccata alle sue radici, è tornata, dopo un lungo vagabondar per restare ma soprattutto per Fare. Imperdibili le sue interviste.
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