Scalinate dell’Arte: Vince “Caronte”

La galleria del Palazzo della Dogana di Messina è tornata a splendere, seppur temporaneamente, grazie al progetto scienti993a7497fico pluriennale “Le Scalinate dell’Arte”, il quale, supportato dal Comune di Messina e dalla collaborazione dell’associazione Team Project come partner privato, ha promosso il bando per la realizzazione di un’opera d’arte contemporanea atta a “rigenerare” la galleria della Dogana della città peloritana. Al bando ha lavorato una giuria di esperti del settore artistico, scelta dal team de Le Scalinate dell’Arte guidato dallo storico e critico d’arte Mosè Previti. Essa è stata composta da: l’architetto Fabio Todesco, la critica d’arte Maria Teresa Zagone e l’esperto d’arte Giuseppe Morgana. Il tema è stato “l’imbarcazione”, quindi la nave come storico mezzo di commercio e di speranza (nel caso di quanti migrarono alla ricerca di condizioni di vita migliori) per la città dello Stretto. Ma anche la nave quale metafora della vita stessa e del contatto tra Oriente ed Occidente. L’opera giudicata vincitrice è stata “Caronte” del siciliano Santo Arizzi, classe ’81, originario di Barcellona Pozzo di Gotto, laureando in “Storia e Conservazione dei Beni Architettonici ed Ambientali”, ha ideato una imbarcazione fatta di uomini. Diversi manichini, di medie dimensioni, a mezzo busto, composti da una struttura portante realizzata con fil di ferro, rete metallica, alluminio, legno, ricoperta da plastica così da dargli volume ed ancora da carta bianca da modelli; il tutto illuminato nel suo “cuore” da un filo di led, sempre bianco, custodito all’interno. Uomini, quelli di Arizzi, che cooperano, dimenandosi, a creare una “nave”, prodigandosi alla salvezza di ciascuno di loro.  Una “imbarcazione” che poggia su un tappeto di sabbia. Figure che nel concetto richiamano le “Anime” dell’artista Ana Mendieta, la quale, attraverso la realizzazione di sagome, ch993a7470e a differenza di quelle del nostro artista erano realizzate con elementi naturali, esprimeva una profonda riflessione sulle condizioni dello sradicamento, dell’esilio, dell’abbandono. Indicativo il “bianco” delle sagome di Arizzi, come fossero anime, corpi effimeri perché ancora alla ricerca di una propria, concreta realizzazione. Un’opera contemporanea in tutto: nella materia, nel concetto, nel contesto storico (quello odierno, in cui lo Stretto di Messina fa da sfondo alle tante e sempre più conosciute “tragedie del mare”… Quelle delle genti dei territori vicini all’Isola, che scappando da uno stato di guerra, arrivano sulle coste siciliane con la speranza di una qualche salvezza) e logistico in cui si inserisce. Indicativo anche il fatto che si tratta di una installazione soprattutto “notturna”, poiché è la sera che meglio si gode della sua luce. D’altronde, è quasi sempre la notte che le tante genti disperate, le “anime luminose” del nostro tempo, geograficamente vicine a noi Siciliani, navigano per mare visualizzando le nostre coste alle prime luci del mattino.

Fino al 7 agosto.

Ingresso gratuito.

Laura Faranda

Laura Faranda

Nata a Messina nel 1984. Critica e curatrice di Arte Contemporanea. Anche Dottore di Ricerca in Geografia Umana e Culturale, per questo particolarmente sensibile all'interazione arte/territorio. Ama l’arte ed ogni suo riflesso: dalla tradizione artistica medievale alle espressioni di avanguardia, purché non si cada nel cattivo gusto. Desiderosa di conoscenza, sperimenta spesso i più diversi canali di ricerca. Per scirokko.it cura si occupa di critica d'arte contemporanea e della promozione di nuovi artisti e di eventi culturali messinesi e siciliani.
1 Commento
  1. Avatar
    Vincenza

    Complimenti all’ artista un opera che arriva dritta al cuore.

    03/08/2016 at 11:21

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