Scatolame

Nonostante sia l’era dell’elettronica, ove supersonici cellulari e console (leggasi consòll) strabilianti ti permettono una stabile connessione al globo intero, ti permettono videogiocate a videogiocosi videogiochi dall’altissima definizione grafica con trame sbalorditive etc, nonostate sia tutto questo, che le automobili si parcheggiano da sole o giù di lì, che gli hard-disk da un tera, che non sfogli più le pagine di un libro nè ti droghi del suo odore poichè il kindle – ma forse è pubblicità questa – che la pubblicità stessa ti penetra ormai da ogni fonte possibile, ci manca solo venga su dal cesso, nonostante tutto questo e i viaggi sulla luna, imperterrita resiste, ancora “la scatola”. Il gioco in scatola! Che ci tiene tutti uniti, che fa puzzare tutti i vestiti dello stesso puzzo di fumo da sigaretta, che fa bere tutti dalla stessa bottiglia, che tutti insieme ancora ci fa divertire. E non vi parlo solo dei classici classici, alcune scatole diciamo così di nuova generazione, fanno lo stesso effetto. Sarà che chi si siede al tavolo ha un animo vintage, o è già nel vortice della malinconia, o magari passava giusto per caso, sarà quel che sarà, succede spesso che alle sere giovani e meno giovani si riuniscano a scatolare insieme. E senza nemmeno un superalcolico e una minigonna, cose dell’altro mondo. Ed è sempre un piacere. Da Dixit a Lupus in Tabula, da Cluedo a Taboo, da Risiko (pericolosissimo per la salute mentale ci tengo a precisare) a Hotel, passando per Ludus, Spago Spaghetti (mamma mia Spago Spaghetti è di un altro pianeta) e L’allegro chirurgo, chi di voi si tirerebbe indietro dal concedersi una partitina? E, senza forse, è pubblicità – gratuita – questa.

Lelio Rapisarda

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