Sessualità e psiche

La sessualità ha un ruolo rilevante per la nostra vita psichica, specialmente se, come fa la psicoanalisi, per mezzo di questo concetto giungiamo al suo nucleo: il desiderio.

Secondo la celebre intuizione freudiana l’inconscio è animato da due principali impulsi: Eros e Thanatos, Amore e Morte. Questi due motori agiscono costantemente nella nostra vita quotidiana e le loro radici si possono rintracciare nell’infanzia, momento in cui nascono le prime fantasie di desiderio e distruzione.

La vera e propria sessualità si manifesta tuttavia più tardi. In un’esperienza puramente fantasticata, la bambina diventa la principessa di papà e il bambino si innamora della mamma. Quando la realtà dell’impossibilità dell’unione ha il sopravvento – ed in base alla modalità con cui si è risolta questa fantasia – si affaccia la possibilità più concreta di sviluppare interesse verso un partner.

Uno dei parametri che sanciscono infatti il passaggio dall’adolescenza all’età adulta – oltre all’inserimento sociale e lavorativo e allo sviluppo dell’autonomia – sta proprio nel cambiamento del valore attribuito alla sfera sessuale.

Se l’esperienza immatura è caratterizzata dal puro soddisfacimento impulsivo del desiderio, quella matura introduce degli assi psichici che la definiscono: la conoscenza di sé e dell’altro, la reciprocità e lo scambio, l’unione di sensualità e tenerezza.

In questo passaggio si manifestano certamente differenze individuali.

In connessione ai tipi di Temperamento, possiamo ipotizzare anche la nostra disposizione genetica di personalità influenzi la sessualità. Ad esempio, il novelty seeker (il ricercatore di novità, ndr) avendo necessità di mantenere la soglia eccitatoria molto alta, si annoierà facilmente e cercherà nuovi stimoli in un altro partner. L’harm avoidant (l’evitante il danno, ndr) essendo timoroso delle conseguenze del coinvolgimento sessuale, può essere particolarmente inibito, timido, impacciato ed avere difficoltà nei rapporti con persone del sesso opposto. Il reward dependent (il dipendente dalla ricompensa, ndr) invece, parrebbe il più predisposto all’amore romantico, avendo necessità di stabilire legami e percepire intimità ed affetto.

Queste categorie neurobiologiche, per quanto frutto di un processo di riduzione, possono essere utili alla conoscenza di sé e del partner. Una linea guida da tenere a mente già al primo appuntamento che può anticipare se il nostro desiderio sarà deluso o realizzato.

Amelia Rizzo

Amelia Rizzo

Amelia Rizzo, classe 1986. Si laurea in Scienze Cognitive e Psicologia presso l'Università degli Studi di Messina. Collezionista di titoli, a causa della sua passione per la Ricerca viene condannata a tre anni di Dottorato, ma pare ne abbia già scontato la metà. Chiamata a curare la rubrica di #psycologia, non ha potuto rifiutare questa insolita richiesta d'aiuto.
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