Speciale Distrart: intervista a Enrica Carnazza

È stato un evento che lo è diventato in corso d’opera. Stiamo parlando di Distrart, la serie di interventi di riqualificazione urbana che hanno reso la città protagonista attraverso una forma d’arte che a Messina non aveva ancora trovato la giusta collocazione culturale. Abbiamo intervistato la responsabile del progetto, la dottoressa Enrica Carnazza. Con lei si inaugura lo Speciale Distrart che scirokko.it vuole dedicare al progetto. Nelle prossime settimane infatti ripercorreremo le fermate del tram per raccontarvi artisti e opere ma soprattutto il significato dei singoli interventi strettamente legati al territorio, alla storia e alle tradizioni.

Dottoressa Carnazza, da dove nasce la volontà di dedicare un finanziamento alla Street Art?

All’interno della rassegna di eventi sperimentali, finanziati dal PO-FESR 2007-2013. Linea d’intervento 3.1.3.3., organizzata dall’ATS e composta da Comune di Messina (capofila), GTS Consulting Srl, Grafo Editor Srl, Europrogetti & Finanza Srl e Sud Dimensione Servizi Srl, per il progetto “Centro di Competenza per lo sviluppo di servizi culturali e turistici nel campo dell’arte e dell’architettura contemporanea” erano stati previsti otto eventi. In occasione dell’incontro ufficiale, con i partner del progetto, l’Assessore alla Cultura, prof. Antonio Maria Perna ha indicato il tema della Street Art, per rendere omaggio all’ “Arte di Strada“.

Quali erano le prospettive di “Distrart”? Pensa che si siano raggiunti gli obiettivi prefissati?

Quando l’Assessore mi chiese di occuparmene, pensai innanzitutto che fosse necessario coinvolgere la città intera, con i suoi pregi e i suoi difetti. Messina, attraversata da sud a nord dalla linea tranviaria e il mare, purtroppo negato, offriva spunti, argomenti e supporti per un dialogo diretto con la gente. Una sorta di pellicola in cui registrare l’identità e l’essenza di chi siamo e dove viviamo. La memoria, le leggende, la tradizione, il passato e il presente potevano trasformarsi in linguaggi comunicativi e visibilmente attraenti. Altro caso, invece, per le grandi superfici, dove l’idea iniziale (certamente più ambiziosa e articolata, così ci fu detto dal responsabile dell’ATS) si sviluppava su tre punti strategici. Il DiStretto è nato in corso d’opera per esigenze tecniche e logistiche. Io e i miei collaboratori (la dott.ssa Elena Bonaccorsi e il prof. Pier Luca Marzo, ndr) avevamo comunque previsto un piano B, rispetto alle tre location individuate, eravamo convinti che l’intervento artistico/culturale, a cielo aperto, di cui ci stavamo occupando con difficoltà e passione, potesse muoversi liberamente tanto quando le idee messe in campo. Per quanto riguarda l’obiettivo raggiunto da DiStrart, è facile capire che abbiamo superato tutte le aspettative previste, tanto da essere stato definito, da operatori del settore, un successo”.

Avete recepito segnali di risposta da parte dei cittadini? Come hanno reagito di fronte agli interventi degli artisti?

Tutte le forme, i colori e gli argomenti trattati hanno attivato confronti verbali diretti e indiretti per chi vive la città quotidianamente o “Distrattamente”… Credo sia stata la prima volta che a Messina, tanti artisti operavano contemporaneamente in strada, come credo sia stata la prima volta, per molti di loro, il confronto diretto con il pubblico. Mi occupo di creatività da parecchi anni e un evento del genere non lo avevo mai visto nella mia città. I cittadini di tutte l’età, sono diventati unitamente agli artisti, attori di un’opera collettiva, hanno osservato, curiosato e interagito con l’arte contemporanea e la creatività istituzionale”.

Ritiene “Distrart” un valido strumento di salvaguardia e promozione del territorio? Quali crede che siano le potenzialità di Messina da valorizzare per poterla rilanciare e darle il giusto rilievo?

Non mi occupo di salvaguardia, di turismo e promozione del territorio, certamente Distrart (con i suoi interventi artistici) è per la città di Messina uno strumento culturale al servizio della promozione del territorio“.

State già pensando a un seguito o è destinato ad restare un evento unico che ha lasciato un forte “segno” nella storia di Messina?

La street art, come già dichiarato in un’intervista al Giornale di Sicilia nel 2010 dal titolo “Messina si accende con l’arte contemporanea”, è il futuro manifesto se non si è miopi o distratti, l’espressione artistica è visibile a occhio nudo. L’artista, per essere definito tale, deve essere visionario, basta osservare attentamente chi utilizza linguaggi spiazzanti come mezzo di “trasporto” e di comunicazione etica. Direi dunque sia l’uno che l’altro, Distrart è l’inizio di un processo artistico/culturale. Distrart ha permesso a Messina di essere alla pari di altre città intercontinentali. L’arte in genere e la street art in particolare è al servizio di tutti, perché non ha filtri ed è certamente vulnerabile… l’esempio dell’opera di Blu, imbrattata da chi non ne vuol sapere di bellezza, è la dimostrazione che l’arte in strada è sociale nel bene e nel male. L’intervento urbano sulle pensiline e sui muri ha coinvolto moltissimi artisti e volontari, ad alcuni di questi prudono fortemente le mani. Distrart avrà sicuramente un seguito“.

Pasquale Pollara

Pasquale Pollara

Si considera un esteta. Amante del “bello” e dell’Arte, si dedica alla ricerca di nuove espressioni artistiche per poterle tradurre nel suo campo di applicazione: l’Architettura. Fedele alla tradizione, con taccuino sempre in tasca, disegna a mano libera per trasmettere istantaneamente la sua creatività. Muove i primi passi a Barcelona, oggi prosegue in autonomia la sua attività progettuale e i suoi lavori sono stati esposti e pubblicati in diverse occasioni. Riscoperta la passione per la scrittura, per scirokko.it cura la Rubrica di Design attraverso cui si impegna a trasmettere le sue passioni e l’amore per il suo lavoro.
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