Un “nuovo” vento soffia in città… | scirokko.it

Da quanto tempo non ci sediamo davanti a un foglio bianco? Probabilmente da quando abbiamo iniziato a digitare la nostra vita su pagine di cui non resta l’odore, pagine che non si sporcano, che non ingialliscono, che non si strappano. E’ il progresso, la modernità, il tempo che corre e che sfugge tra le mani. Tra le stesse mani che continuano a pensare, ad agire, a credere. Credere che le cose devono cambiare, credere che “Si può fare“, come in Frankenstein Junior. E’ con queste mani che ho creduto in questo “nuovo” progetto editoriale che preferisco definire sogno, perchè i progetti sono qualcosa di importante ma c’è come una certa freddezza nella parola progetto. Io che invece sono una pasionaria, preferisco pensare che da una passione non può che nascere qualcosa di buono e, nonostante i grattacapi, le perplessità e qualche momento di stanchezza emotiva, la soddisfazione di mettere su una bella squadra è incomparabile. E devo smentire clamorosamente l’idea comune (e malsana) che non fa affatto bene a questa città e a questo paese, che in questa città e in questo paese “non c’è nenti”. Non ci sono cose da fare, non ci sono posti da vedere (oltre al Pilone e al Campanile del Duomo) e non ci sono persone. Questo è vero: se ne sono andate via quasi tutte. Ma tornano, sarà per questo sole e per questo mare,  sarà che questo sole e questo mare non possono e non devono più bastare. E poi c’è lo scirocco, altra croce di questa città, ritenuto un vento foriero di disgrazie e malattie. Questo dogma va sfatato. Per questo abbiamo pensato ad un “nuovo Scirokko”. Con due kappa, perchè nonostante non fosse necessario, vuole rafforzare l’identità di questa città e il fatto che quella caducità che la contraddistingue vuole prendere una piega diversa, quella di una “pagina virtuale” a cui mettere un’orecchia, come si faceva una volta con le pagine più belle che si voleva tornare a leggere nei libri. Sigmund Freud scrisse un bel saggio a tal proposito nel 1915, in cui spiega che “Torneremo a ricostruire tutto ciò che la guerra ha distrutto, forse su un fondamento più solido e duraturo di prima”. Lo so che guardando Messina non sembrano essere bastati il disastro dei terremoti e le devastazioni della guerra a ridarle il riguardo che merita ma non possono più essere l’alibi, il dito dietro cui nascondersi. Scirokko vuole ribaltare questa sgradevole circostanza e diventare una gradita brezza di cui ha bisogno questa città, senza troppe pretese ma con quel pizzico di ambizione che ti fa guardare lontano.

Ileana Panama
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