Una conquista tutta siciliana: sì al registro delle unioni civili. Premiato l’impegno dell’Arcigay | scirokko.it

50 voti favorevoli, 5 contrari e 15 astenuti: ieri la Sicilia ha detto sì al registro delle unioni civili e verrà ricordata come la prima regione d’Italia ad averlo fatto.

Si tratta di un grande successo non solo per la comunità lgbt ma anche per quella etero, che finalmente possono cominciare a godere di tutti quei diritti che, in altro modo, sarebbero rimasti prerogativa delle persone unite in matrimonio.

Il disegno di legge Norme contro la discriminazione determinata dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere – istituzione del registro regionale delle unioni civili prevede che, entro sei mesi, tutti i Comuni dell’isola dovranno adeguarsi alla situazione, dotandosi dei registri per i quali è prevista una estensione delle potenzialità.

Le coppie di fatto, da questo momento, potranno godere dei benefici per le famiglie – previsti dalla Regione – in ambito sociosanitario: dalle graduatorie per le case popolari, ai bonus di povertà, all’accesso alle cartelle cliniche del compagno ricoverato in un ospedale siciliano. Questa conquista ha aperto inesorabilmente la scena a qualche polemica a cui, il presidente della Regione Rosario Crocetta, ha risposto chiamando in causa il precetto cristiano di carità e di perdono: «Anche sul piano della carità cristiana ci viene chiesto l’esercizio cristiano del perdono e chi siamo noi per giudicare delle persone che hanno scelto di vivere nell’amore pubblicamente? Dobbiamo solo vivere nei diritti, cercando di non imporre agli altri scelte che non condividiamo».

Rosario Duca, presidente dell’Arcigay di Messina, si dice soddisfatto di questo risultato. Dal 1987 militante in Arcigay, nel 2009 ha ricoperto la carica di segretario e dal 2011 quella di  presidente (riconfermato lo scorso anno). Una vita spesa a organizzare iniziative e a portare avanti battaglie finalizzate al riconoscimento dei diritti civili a livello locale; ma non solo. Duca è anche Consigliere Nazionale e Vicepresidente del Consiglio Nazionale e da anni si batte con forza per l’istituzione di un registro per le unioni civili in tutto il territorio della provincia. Il risultato raggiunto ieri non può che farlo sentire orgoglioso di vivere in una regione che si è dimostrata all’avanguardia, sia nella tutela di quei diritti che – ancora oggi – vengono considerati dei tabù, sia nella prevenzione di quei comportamenti omofobi che, in molti casi, sfociano in episodi di violenza (omofobia e omocidi).

Garantire gli stessi diritti a tutti significa diminuire le discriminazioni e questo Rosario Duca lo sa bene. L’arcigay si batte da anni per i matrimoni civili tra persone dello stesso sesso e per la differenziazione degli istituti familiari con istituti per le unioni civili, tra i più longevi obiettivi preposti dall’associazione. Ma Arcigay non è solo questo; è anche tutela della salute e del benessere delle persone lgbt, attraverso campagne di informazione, servizi di counseling e promozione di eventi di informazione e divulgazione scientifica sull’infezione da HIV; contemporaneamente, e con la stessa convinzione, si impegna a tutelare i diritti delle persone sieropositive, ancora oggi penalizzate da uno stigma che le vede fronteggiare barriere sociali molto forti. Arcigay si impegna anche nel supporto di quelle persone omosessuali che decidono di fare coming out (che dichiarano spontaneamente il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere) ritenendo che, se questa scelta è figlia di consapevolezza e convinzione, rappresenta non solo una liberazione per la persona coinvolta ma anche una conquista sociale importante. La lotta all’omofobia è un altro argomento che sta molto a cuore all’associazione, che attenziona e denuncia ogni comportamento discriminatorio subito dalla comunità lgbt, sia esso sotto forma di aggressione fisica, verbale o di esclusione sociale.

Arcigay è attivo in tutto il territorio anche a livello culturale, promuovendo e diffondendo una corretta cultura omosessuale (molte volte travisata perché non conosciuta) attraverso la presentazione di libri, l’organizzazione di cineforum e l’apertura di dibattiti a contenuto lgbt.

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