1928. John Maynard Keynes scrive una nota per gli studenti del Winchester College col titolo “Possibilità economiche per i nostri nipoti”, in cui descrive la certezza che nel giro di cento anni il problema economico dell’umanità si sarebbe risolto. E che nessuno avrebbe più dovuto lottare per la sopravvivenza, né lavorare per soddisfare i bisogni primari e che dunque ci saremmo trovati davanti a ben altri problemi, cioè come occupare il tempo che la tecnica ci avrà regalato, quindi come vivere in maniera saggia, piacevole e salutare.
Vi ritrovate in questo mondo? Avete tempo da perdere? Lo perdete? La profezia ipotizzata da Keynes in cui l’uomo si riprende il suo tempo per dedicarsi a sé vi sembra avverarsi? Accumulare soldi e ricchezza può essere l’occupazione unica dell’umanità? Dunque davvero il lavoro nobilita l’uomo? Bramare ricchezze uccide i rapporti, ambire solo a se stessi, appiattisce le società, le rende schiave del denaro e di quello che può comprare. Ma il vero potere d’acquisto resta la vita buona. Quella di Kant: “finalità senza scopo”. Voglio un passo indietro, vorrei un ozio creativo di massa. Ma io non so inventare utopie.
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