“Finestre” del messinese Mosè Previti sbarca in America
“Adesso Premium”, progetto di videoarte di Mosè Previti, storico e critico dell’arte, curatore e creativo a tutto tondo messinese, sbarca in America.
Il video “Finestre” (contenuto all’interno di “Adesso Premium”) è stato selezionato fra 360 progetti provenienti da tutto il mondo per rientrare nella mostra “Then and Now”, inaugurata proprio oggi presso la “The Exchange Gallery” di Bloomsburg, in Pennsylvania.
Il video, insieme ad altri 79, si inquadra in un progetto più ampio a carattere sperimentale volto a lanciare un messaggio contro l’omologazione, la standardizzazione dell’estetica contemporanea, contro l’appiattimento della qualità dei prodotti raggiungibili via web. Per questa mission, gli strumenti scelti sono stati le immagini e la poesia, in un rapporto sinergico.
“Finestre”, frutto di due sguardi diversi, quello di Previti e quello della giovane fotografa Denise Ania, vuole rompere schemi già confezionati, guardando e riproducendo la realtà in modo non convenzionale.
Interessante è anche che così come questo affascinante ed accattivante progetto, lo stesso Previti va un po’ oltre quella che è la tradizionale visione dello storico dell’arte, sua principale connotazione e sua principale professione.
– Da storico dell’arte, come sei arrivato ad “Adesso Premium?
“La mia formazione è certamente quella di uno storico dell’arte. Ho studiato Beni Culturali all’Università di Messina e Storia dell’Arte a “La Sapienza” di Roma. Nel tempo, ho curato diverse pubblicazioni. La prima è stata una monografia su un pittore di Parma, Amedeo Bocchi, che aveva lavorato per la committenza di nuovi mosaici del duomo di Messina, durante gli anni ’30 del secolo scorso. Quando uscì il libro, ero ancora uno studente della Specialistica, a Roma. Nella Capitale, ho impostato un percorso di studi spiccatamente contemporaneo, dove l’approccio metodologico più che storico artistico è stato filosofico interpretativo. Molte persone oggi, specialmente in Italia, fanno una grande fatica a capire l’arte contemporanea, sia perchè la disciplina è complessa e molto vasta, sia perché la nostra formazione estetica e visiva è stata prima fortemente legata alla tradizione della Classicità e del Rinascimento, poi profondamente conformata dal progressivo uniformarsi agli standard estetici della cultura anglo americana. In queste contraddizioni mi sono sempre trovato benissimo. D’altra parte, la mia scelta ad intraprendere un percorso formativo sulla Storia dell’Arte è stata legata ad una vocazione artistica produttiva. Sono, infatti, anche un musicista, fondando insieme ad Alessandro Silipigni e Vincio Siracusano, la band Big Mimma, progetto che è stato uno dei motivi per cui non ho mai lasciato la Sicilia. Scrivere mi è sempre piaciuto particolarmente; oggi ne ho fatto il mio mezzo di sostentamento. Però ho sempre scritto anche testi di svago o non prettamente scientifici. Il “Manuale Automatico per Giovani Amanti”, in cui ho usato lo pseudonimo di Johnson W. Ferrari, ne è un esempio. La mia strada verso la Videoarte si è sviluppata intorno al 2014 quando è nato un progetto estemporaneo: Nero. Una sorta di mini serie in tre puntate realizzata con i fotografi Gianmarco Vetrano e Antonio Triolo. E’ stata la mia prima esperienza come autore di testi, musiche e voce narrante. Fu molto divertente ma sono dovuti passare diversi anni per sviluppare meglio i miei mezzi espressivi. La definitiva spinta alla creazione artistica visiva è venuta lo scorso anno grazie anche alla collaborazione con l’artista tedesco Siegmund Wagner, con il quale ho realizzato diversi progetti. “Siggi” è stato il mio vero grande maestro e anche se non siamo in buoni rapporti tengo sempre a mente molti dei suoi insegnamenti. Wagner appartiene a quella lunga serie di artisti geniali e dirompenti come Giovanni Cammarata e Bruno Samperi di cui mi sono occupato durante questi anni. Invece, come curatore e critico d’arte, lo studio di questi così come di altri artisti, la ricerca sui loro lavori sono stati e sono un nutrimento di cui pian piano scopro gli effetti positivi. D’altra parte, in giro ci sono parecchi curatori – artisti e penso sia normale, per chi si occupa di arte in mezzo ad artisti viventi, buttarsi nella mischia”.
Un grande augurio a Mosè Previti e a “Finestre”, dunque, che sarà proiettato fino a domenica 23 Settembre alla The Exchange Gallery, e che può essere visualizzato anche nella versione sottolineata in inglese sulla seguente pagina Vimeo di Mosè.
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