Vitaldo Conte: “Festa bianca” ed “Arte Ultima” | scirokko.it

Si è chiusa con successo la stagione 2016/2017 di esposizioni d’arte contemporanea della galleria TesteMatte di Messina, creata e gestita dai fratelli (artisti) Franco ed Ilia Currò.  Il programma espositivo ha visto susseguirsi interessanti mostre, che hanno spaziato dal materico al figurativo ed alla scultura, di artisti siciliani e messinesi tutti diversi ma uniti dal comune denominatore della passione per l’arte e dal desiderio di una rivincita, attraverso la creatività, della propria terra.

A chiudere la stagione è stata una singolare performance creata dall’artista Vitaldo Conte, catanese ma che da tempo muove le sue radici soprattutto tra la Sicilia e Roma.

Una performance , dal titolo “Festa bianca”, che ha trovato la sua essenza nell’inconsapevolezza dei protagonisti (professori, critici d’arte, artisti e pubblico vario) in cui a muovere le fila, con intelligenza ed originalità e con discrezione, è stato Conte… artista, saggista, curatore, docente (in pittura, presso l’Università di Catania), una vita spesa con e per l’arte. 

Non a caso il tema di base dell’evento è stato “il bianco”… il non-colore e nel contempo l’insieme di tutti i colori possibili. Il bianco che schiarisce, il bianco per lumeggiare, il bianco del silenzio di cui oggi, in certi casi, si ha paura… Il bianco come possibilità di espressione massima, come attrazione e corteggiamento, come purezza che attende il rosso della passione.

Alla TesteMatte tutto è stato bianco: i fogli appesi alle pareti rapidamente segnati o baciati dal rosso intenso di un rossetto o di una pittura, bianco l’outfit dell’Artista e di tutte le persone presenti all’evento, “bianca” l’immaginazione…

In un’epoca super “globalizzata”, in cui l’arte deve lottare per non essere circoscritta e dove il maschio non corteggia più sentitamente e la femmina perde (non sempre, ma spesso) le sue originarie caratteristiche di sensibilità, di delicatezza finendo per usare il suo intuito a discapito di sé stessa e di quell’uomo che non sente nella sua virilità… In un’epoca in cui non c’è più passione, tendendo a snaturare ogni cosa ed ogni persona… ad allivellare tutto portandolo nell’abisso della noia ed in cui le stesse opere d’arte vengono viste e non-viste… tutti distratti, tutti di fretta, tutti iper connessi con l’esterno ma non con la propria interiorità e con l’altro… Un tempo in cui non ci si guarda più negli occhi, non si vede… Ecco, in questo tempo Vitaldo Conte ha lanciato anche a Messina un suo messaggio complesso ma estremamente potente: riconciliamoci con noi stessi, anche con i nostri limiti, con la nostra incapacità del momento, con la libera creatività, con lo studio, con l’arte vera.

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