Il Birrificio Messina apre ufficialmente i battenti

Momenti di grande commozione ieri al taglio del nastro per la tanto attesa inaugurazione dei capannoni di Larderia, dove i 15 lavoratori “eroi” hanno finalmente assaporato il traguardo tanto sognato, un momento che hanno condiviso con oltre un migliaio di partecipanti tra familiari, amici o semplici cittadini venuti ad abbracciare simbolicamente l’impresa che fa rinascere una delle attività storiche del territorio messinese.
La produzione di birra a Messina nasce nel 1923 nello storico stabilimento ad opera della famiglia Faranda che ottiene ottimi risultati fino agli anni ’80 quando il marchio viene acquistato dal gruppo Dreher che incomincia a spostare la produzione in Puglia: già alla fine degli anni ’90 a Messina la birra viene solo imbottigliata, evento che presagirà la chiusura dello stabilimento nel 2007.

JpegL’anno successivo tuttavia gli impianti riaprono ad opera della Triscele, società appartenente agli eredi della famiglia fondatrice del birrificio, fino al 2011 quando lo stabilimento chiude definitivamente i battenti licenziando 41 operai.Proprio da qui inizia l’avventura dei “quindici ex-Triscele”, nome con il quale abbiamo imparato a conoscerli nei mesi del presidio in via Bonino, nome che ieri finalmente hanno potuto scrollarsi di dosso, “un’etichetta che non ci appartiene più” per utilizzare le parole di Mimmo Sorrenti, portavoce della cooperativa e presidente del neo-rifondato Birrificio Messina. Si è giunti quindi ad un importantissimo traguardo per tutta la comunità, un esempio per una città che sa rimboccarsi le maniche, che non soltanto si rifugia sotto le ali dell’assistenzialismo sterile ma che lotta investendo e rischiando tutto contro il disfattismo e le spire soffocanti della burocrazia. La serata di ieri è stata soprattutto una dimostrazione della solidarietà che la cittadinanza, le autorità e i personaggi dello spettacolo (Nino Frassica in veste di affettuoso messinese, in prima fila durante il taglio del nastro) accordano a quest’evento storico per la città, nella speranza che l’appoggio d’ora in poi sia presente non solo nei giorni di festa ma anche nel momento del bisogno.

Marcantonio Marchese

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