Questo Ponte (non) lo vogliamo…?

Da sempre il Ponte sullo Stretto è un argomento che appassiona e divide. Ci sono i “progressisti”, quelli che nel Ponte vedono una nuova risorsa che renderà il corridoio Berlino-Palermo ancora più fluido, i contrari: il Ponte non si può fare e rovinerebbe tutto, il paesaggio, la flora, la fauna. Una cosa è certa rispetto a questo argomento vincono gli stoici che per definizione sono coloro i quali “sanno affrontare fermamente e accettare con rassegnazione il dolore o le sventure” (Sabatini Coletti). Perchè, bisogna dirlo, in queste ultime settimane, chi ha affrontato con rassegnazione il dolore e le sventure è stato il messinese medio che per giorni e giorni e giorni ha affrontato la mancanza d’acqua con tutte le complicazioni del caso. E così, come per magia, è ricicciata fuori la necessità (?) del Ponte sullo Stretto e le dovute dichiarazioni del caso. Io per prima ho fantasticato…”se avessimo avuto il ponte, almeno potevamo andare in Continente in quattro e quattr’otto a prendere l’acqua dai nostri dirimpettai….”. Niente sapendo che anche loro poco più tardi, si sono ritrovati nella stessa identica situazione: ironia della sorte? Segnali dall’aldilà? Va bene, la smetto col sarcasmo ma ci ho pensato sul serio a quanto logisticamente sarebbe potuto essere utile e immaginavo (deformazione professionale, scusate) i titoli sui giornali: “IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA SALVA LA CITTA’ DALL’ARSURA“. E forse per la prima e l’unica volta avrebbe avuto i suoi cinque minuti di vera popolarità. Tutti l’avrebbero osannato, persino dal Tibet!, nelle interviste ai cittadini avremmo visto volti umani col rosario in mano inneggiare al Dio Ponte! E invece no. Ci hanno tolto persino questa facoltà.

Prima vanno fatte le strade e le ferrovie, l’alta velocità e poi anche il ponte. Addirittura! Non sarà troppo? Non sarà che poi diamo del filo da torcere al resto del Paese? Non sarà che finalmente diventiamo competitivi??? Sarà… ma a me sa tanto di aria fritta, la stessa aria che frigge ogni volta che si parla di ponte. Io, pu sì e pu no, a Berlino, continuo ad andarci da Palermo, in aereo. Nessuno mi toglie dalla testa che anche dall’alto, la mia, è una terra meravigliosa.

Ileana Panama

Ileana Panama

Filosofa dallo spirito libero e passionario. Mille difetti e un solo pregio: la caparbietà. Pare che per essere il direttore basti. Non ama le mezze misure, le mezze parole e le mezze stagioni. Onestà intellettuale ed educazione, queste le cose che apprezza negli altri. Profondamente attaccata alle sue radici, è tornata, dopo un lungo vagabondar per restare ma soprattutto per Fare. Imperdibili le sue interviste.
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