Art Therapy. La creatività come fenomeno psichico ribelle

Vagando in libreria in cerca di spunti da coltivare, è di moda trovare le collane dell’art therapy, libri da colorare per adulti. Incuriosiscono, li apriamo, li sfogliamo rievocando l’esperienza infantile. Ciascuno ha un tema illustrativo differente, giardini segreti, foreste incantate, stagni giapponesi, libri dei sogni, richiami al mondo celtico. Insomma, ce n’è per tutti i gusti. Le linee geometriche si ripetono in maniera ritmica, componendo illustrazioni che rievocano un simbolismo (quello dei mandala) caro alle filosofie orientali e alla psicologia degli archetipi di matrice junghiana. La letteratura in materia ritiene che l’attività creativa del colorare sia proiettiva dell’emotività, migliori la concentrazione e le abilità motorie, concili il rilassamento e la meditazione riducendo gli stati d’ansia. Lo stesso psicoanalista Carl Jung la usava con alcuni dei suoi pazienti entro la sua visione clinica.

Certo, provare a immergersi in un libro da colorare per adulti può essere stimolante, può essere una pausa interessante da dedicarsi nella routine giornaliera così dominata dalla tecnologia, però piace pensare anche alla creatività da un punto di vista meno strutturato, come un fenomeno psichico più libero e ribelle dentro ognuno.

Molta la letteratura in merito così come tante le definizioni sulla creatività. Una visione affascinante è quella che considera l’impulso creativo un’esperienza “antica” di vitalità e gioco fondamentale nello sviluppo psichico prima del bambino e poi dell’adulto, necessario non solo all’artista che produce l’opera ma alla modalità particolare dell’individuo che ha di incontrarsi con la realtà esterna per realizzare le proprie potenzialità (D. Winnicott).

Per lo psicoanalista Silvano Arieti, la creatività è paragonata persino a una magia in contatto con la nostra parte inconscia che si accende e si spegne in relazione ai nostri stati d’animo. Il creativo infatti, come il sognatore e lo psicotico, tende ad avere maggiormente accesso al proprio inconscio, al mondo delle immagini e della metafora. Insomma, molto lontani dal conformismo.

La creatività sembra essere favorita da alcune condizioni, quali l’isolamento come distacco dall’ambiente e cammino verso la propria interiorità, il pensiero libero che consente di vagare in ogni direzione senza limiti, la capacità di evitare la critica e sospendere il giudizio per un certo periodo di tempo, la vitalità e la capacità di trasformare in senso positivo traumi e conflitti.

La logica vi porterà da A a B, l’immaginazione vi porterà dappertutto” soleva dire Einstein. Così anche la creatività.

Janette Palella, Psicologo

Contatti: janette.palella@gmail.com

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