Giuseppe Fiorello e il suo Modugno

Dopo il successo della fiction su Rai 1 nel 2013, Fiorello torna ad indossare i panni del Mimmo nazionale ( il 9 gennaio avrebbe compiuto 87 anni) in uno spettacolo che, dipanandosi, si rivela una storia intima e personale in cui si intrecciano la sua infanzia e la sua originaria timidezza, la voglia di emergere e il rapporto col padre, l’unico a credere in lui e a spronarlo alla carriera artistica, una carriera alla quale anche il padre stesso aveva inutilmente ambito. Lo spettacolo, attraverso le canzoni di Modugno, racconta le sue emozioni e la sua vita, ma va al di là della semplice autobiografia e del rapporto padre –figlio. Quando il sipario si alza e, sulle note di Volare lo show ha inizio, Fiorello è solo sulla scena ma in realtà tre personalità si materializzano: Giuseppe Fiorello, Domenico Modugno e Nicola Fiorello, l’amatissimo padre. Sono molti gli elementi che i tre hanno in comune: le origini meridionali, la passione per il canto, il buon umore, la voglia di emergere. Persino la somiglianza fisica è impressionante: stessi baffetti, stessi capelli neri impomatati, stesso sguardo furbo e volitivo. Le scene e le installazioni video, sapientemente dirette dal regista Giampiero Solari, accompagnano due ore di spettacolo dal ritmo incalzante, in cui le canzoni si mescolano ai racconti e ai ricordi di un’Italia, ma soprattutto di una Sicilia che, nella seconda metà del Novecento, appare più semplice, ma anche più genuina e felice. Toccante il ricordo dell’installazione del Petrolchimico di Gela e del Polo siderurgico di Taranto che sembrava avessero portato ricchezza e prosperità in terre povere e umili, ma che a lungo andare si sono rivelate portatrici di malattie inguaribili e deturpatori di una terra dalla bellezza incomparabile. Entusiasta e coinvolto il pubblico del Vittorio Emanuele che con applausi incessanti ha apprezzato lo spettacolo e il commosso saluto dell’attore ai fratelli di Graziella Campagna (la giovane vittima della mafia, di cui Fiorello ha interpretato una fiction,  ndr) venuti ad applaudire l’amico Fiorello. Least, but not last, le musiche di Bonaviri e Palma hanno magistralmente accompagnato l’artista per tutto lo spettacolo.

Gi Zeta

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