Sacco e Vanzetti – emigrati dall’Italia e condannati dal pregiudizio

“Al centro immigrazione ebbi la prima sorpresa. Gli emigranti venivano smistati come tanti animali. Non una parola di gentilezza, di incoraggiamento, per alleggerire il fardello di dolori che pesa così tanto su chi è appena arrivato […] dove potevo andare? Cosa potevo fare? Quella era la Terra Promessa.”

Queste parole, assolutamente contestualizzabili all’odierno contesto migratorio, venivano pronunciate il secolo scorso da Bartolomeo Vanzetti – italiano emigrato in America in cerca di fortuna – durante il processo che lo vedeva, assieme a Ferdinando Nicola Sacco, accusato – e in seguito ingiustamente condannato a morte – per rapina e duplice omicidio.

Sacco e Vanzetti si conobbero nel 1916 durante uno sciopero guidato dal secondo, ad accomunarli il loro spirito anarchico che li indusse a disertare la Grande Guerra fuggendo in Messico, attirando così sui due le attenzioni del governo americano; poco dopo il loro ritorno in Massachusetts infatti, nel 1920, i due venivano arrestati, durante un comizio di protesta, per la detenzione di un’arma. Quello che era un reato da poco, tuttavia, si trasformò in fretta in un processo da pena capitale. I due vennero infatti accusati di una rapina, avvenuta settimane prima del loro arresto, in cui due persone avevano perso la vita.

Il processo che ne seguì fu pregno di pregiudizi e stereotipi di stampo razziale e si concluse con la condanna a morte di entrambi gli imputati. Da subito il verdetto apparve ai più come il tentativo di fomentare la politica di terrore nei confronti degli immigrati già intrapresa dall’allora ministro della giustizia Palmer, provocando proteste e manifestazioni in tutta Boston. Persino il governo italiano – nella persona di Mussolini – intervenne a favore dei due, ma a nulla servirono le richieste di riesamina del caso: il 23 agosto 1927 Sacco e Vanzetti venivano giustiziati sulla sedia elettrica.

Al domani dell’esecuzione scoppiarono rivolte a Londra, Parigi e in Germania, che culminarono in un attentato esplosivo – che non fece vittime – davanti la casa del giudice responsabile del verdetto. Esattamente 50 anni dopo l’esecuzione, il governatore del Massachusetts emanerà il seguente proclama: “Io dichiaro che ogni stigma ed ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.” Assolvendo definitivamente – ma tardivamente – i due dalle accuse per cui furono messi a morte.

Alessandro Longo

Alessandro Longo

Alessandro Longo, classe 1992. Laureando in Relazioni Internazionali e Politiche presso l’Università di Messina, è nato e cresciuto a Torre Faro. Scrive su scirokko.it per la rubrica “Giallo Vintage”, occupandosi della ricostruzione e della narrazione di vecchi casi che, per il loro impatto sociale, hanno interessato la cronaca nera non solo italiana, ma di tutto il mondo.
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