Centinaia di volte ci siamo ritrovati a leggere il suo nome di sfuggita, compariva, e compare tuttora, nei secondi di chiusura della sigla del cartone animato più famoso al mondo. Oggi il mondo della televisione piange quello stesso nome, dietro il quale si nasconde il co-creatore della famiglia più gialla e più matta che ci sia, quella dei Simpson. La notizia della scomparsa di Sam Simon ha sconvolto, oltre gli addetti ai lavori, anche i milioni di fan del cartone animato, diventato ormai simbolo della generazione anni ’90, e che continua a fare proseliti.
Simon, malato da tempo di cancro al colon, aveva 59 anni. Gli ultimi istanti di vita li ha trascorsi nella sua casa di Los Angeles, accanto alla famiglia e al suo fedele cane (a Sam gli si riconosce anche la sua battaglia per la difesa dei diritti degli animali). Al Jean, produttore esecutivo dei Simpson ha dichiarato dopo la scomparsa dell’amico e collega: ”È stato un g
enio e uno spirito umanitario in modi pubblici e privati. Personalmente gli devo più di quanto si possa ripagare ma farò del mio meglio per aiutare ogni animale che posso in sua memoria”. Grazie al suo lavoro di scrittore, direttore e produttore esecutivo dei Simpson, comparso per la prima volta sugli schermi nel 1989, Simon ha vinto nove Emmy, il premio più ambito della televisione americana. Nel 2014, a un anno dalla diagnosi di cancro, a Sam Simon è stato consegnato, dalle mani della sua ex moglie, l’attrice Jennifer Tilly, il premio “Valentine Davies Award America”, per il contributo dato all’industria dello spettacolo, e durante il discorso di ringraziamenti, già chiaramente provato dalla malattia, Simon ha colto l’occasione per esortare il pubblico a sposare la causa animalista. Nel 2002 aveva fondato la Sam Simon Foundation, e prima della sua morte ha dato in beneficenza la sua fortuna, stimata a cento milioni di dollari.
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