L’antica, maestosa Palizzata di Messina

Era il 17 Luglio 1621 quando il principe Filiberto di Savoia giunse in Messina, ricevuto con tutti gli onori previsti dal suo rango. Nominato da lì a poco, mentre ancora soggiornava nella Città, Vicerè di Sicilia.
Incantato dalle bellezze della riviera peloritana, dal suo clima salubre e, soprattutto, dalla laboriosità e dalla ospitalità dei suoi abitanti, fece a Messina lunga dimora; divenendo l’idolo dei cittadini per il suo fare liberale, progressista, riformatore e per il suo mecenatismo.
All’amore del popolo egli corrispose con eguale affetto e rispetto e, per dargli segno tangibile della propria benevolenza, ordinò che fosse cominciata la costruzione di una grande “Palizzata” lungo il porto dello Stretto, di fronte al braccio di San Raineri (quest’ultimo era anticamente inteso come “Isola di Giacinto”. Oggi inteso “la falce”).
In realtà, già nel 1612 architetti ed artisti messinesi avevano dato inizio, nella zona prospicente il mare, alla costruzione di alcune porte con bellissimo disegno. Ma la costruzione risultava slegata, non armonica. Così, venne ripresa ed inglobata successivamente nel disegno di Filiberto di Savoia.
L’opera promossa dal Principe ebbe inizio nel 1622. Imponente, magnifica, la prima opera monumentale che i naviganti scorgevano arrivando in città.
Lo stesso Savoia pose, di sua mano, la prima pietra ponendovi accanto una cassetta con delle monete simbolo di buon augurio e prosperità per la Città.
Alta settantasette palmi, costituita da trentasette isolati e trentasei porte (principali e secondarie), era una cortina continua di imponenti edifici, scanditi da un meraviglioso colonnato di ordine ionico (nelle porte principali).
Le porte collegavano la marina al resto della Città (ad eccezione della prima porta; ingresso di magazzino, che custodiva le rovine dell’antica Chiesa della Rosa). Erano ornate da stele epigrafe, valorizzate ai lati da Vittorie Alate marmoree.
La meravigliosa Palizzata, però, vide la sua prima fine nel 1783, quando un terribile terremoto sconvolse le coste messinesi e calabresi.
Sulla spinta di tanti Messinesi desiderosi di riavere una Palizzata ancora più bella e sontuosa della precedente, la Costruzione venne ripresa; ma vide la sua seconda (e definitiva, considerati i vari tentativi non molto felici di ricostruzione) fine nel terremoto del 1908, dopo il quale la “Palizzata” e l’intera città di Messina “dimenticarono” la propria identità.
Oggi, forse, su suggerimento e lavoro di giovani (soprattutto) messinesi studiosi del territorio, architetti, storici dell’arte, questa identità, a fatica, si sta svelando.

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