Si chiama Giulia Enders, ha solo 25 anni ed è una Neodottoranda in medicina all’Istituto di microbiologia dell’Università di Francoforte e futura gastroenterologa. Appena un anno fa ha trasformato il suo appassionato lavoro di tesi sull’intestino, l’organo più trascurato, sconosciuto ai più ed imbarazzante per molti, in un testo chiaro e divulgativo. I toni con cui la neo-dottoressa è stata in grado di parlare del funzionamento così raffinato, preciso ed affascinante del sistema nervoso più esteso dopo quello del cervello ha fatto svettare “L’intestino felice” in cima alle classifiche tedesche con oltre un milione di copie vendute. Un linguaggio semplice, ironico e rivoluzionario, accompagnato dalle bellissime illustrazioni della sorella Jill, in grado di far fruire a tutti complicati concetti scientifici, così da meritare l’attenzione dedicata da Radio Deejay in una recente puntata di Pinocchio condotto da La Pina e Diego e la prossima uscita del libro in più di 30 Paesi.
Di seguito un brano tratto dall’anteprima del libro dal capitolo “Come funziona la cacca? … e perchè vale la pena domandarselo”.
“La posizione accovacciata è sin dalla preistoria la più naturale: il water moderno esiste solo dal tardo XVIII secolo, quando trovò posto all’interno delle abitazioni. Tuttavia, il ricorso all’autorità degli uomini delle caverne viene accolto con una certa diffidenza dagli studiosi di medicina. Chi l’ha detto che la posizione accovacciata fa rilassare il muscolo in questione permettendo al canale intestinale di raddrizzarsi? Alcuni ricercatori giapponesi hanno somministrato a un gruppo di volontari sostanze luminose, per poi sottoporli a radiografia mentre defecavano in posizioni diverse. Risultato numero uno: è vero, quando siamo accovacciati il canale intestinale si raddrizza bene e fila tutto liscio. Risultato numero due: per amore della scienza, esistono persone molto disponibili che si lasciano somministrare sostanze luminose per poi sottoporsi a radiografia mentre fanno la cacca. Due cose abbastanza degne di nota, secondo me.”
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