Ieri e Oggi: Il Palazzo Reale di Messina

Risalente alla prima metà del Novecento (forse 1914), il Palazzo della Dogana di Messina sorge sull’area dell’antico Palazzo Reale (1589). Questo ultimo, opera dell’architetto Andrea Calamech, venne danneggiato dal primo terremoto del 1783 e successivamente riadattato fino ad essere definitivamente distrutto dal terremoto del 1908 che mise in ginocchio Messina e successivamente non venne più ricostruito, seppur la sua ricostruzione sarebbe stata esclusivamente simbolica.
Era composto da quattro torri, fiancheggiate da quattro logge e da quattro grandi saloni. Al suo interno erano equamente ripartiti diversi appartamenti e, quindi, vi erano molte stanze, atte ciascuna ad un uso diverso: per i negozi, per i tribunali, per gli alloggiamenti dei cortigiani, per quelli del Viceré. Si affacciava, come si nota ancor oggi, verso il porto. Riconosciuto di valore anche per la ricchezza degli intagli delle logge, dei balconi e delle porte. Fra tutte le porte, singolare era la porta di mezzo, caratterizzata da marmi neri e bianchi e da un finestrone marmoreo di somma finezza.
La reggia includeva anche una cappella, la Cappella Palatina di San Giovanni Evangelista. Successivamente, venne sostituito dall’attuale Palazzo della Dogana (ormai non più in funzione ed abbandonato al degrado). Il corpo centrale dell’edificio della dogana reca (tutt’oggi evidente) sul fastigio un gruppo allegorico che rappresenta la prua di una nave, con a fianco due ruote alate, mentre naviga tra i flutti di Scilla e Cariddi. Una metafora, questa, di quella che era la antica vocazione commerciale di Messina che, infatti, in passato, trasse grande profitto economico soprattutto dai traffici marittimi. Tre cancelli di ingresso, sopra i cui archi risaltano le teste alate di Mercurio, protettore dei commerci. L’edificio venne costruito su progetto dell’architetto G. Lo Cascio intorno al 1914. Lato mare, si arricchisce di una splendida cancellata, ancora evidente, in ferro battuto, intercalata da colonne lisce in ghisa, con capitelli che sorreggono le travature di una grande tettoia, sempre in ferro, di epoca ottocentesca. Tutta l’area in cui è sito il Palazzo della dogana era originariamente anticipata da un ingresso reale: due colonne in marmo ed un possente cancello in ferro battuto, sormontato dallo stemma, sempre in ferro, reale.

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Dall’1 all’8 agosto, la galleria della ex dogana risplende grazie all’installazione d’arte “Caronte” di Santo Arizzi, realizzata per Le Scalinate dell’Arte.

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