Davvero ci serve una giornata per ricordare le donne? Davvero ci serve una ricorrenza? E’ chiaro che non condivido né come donna, né come persona, l’8 marzo è una di quelle ricorrenze (?) che non capirò mai. Ma voglio fare una considerazione al contrario. Oltre a quella dedicata alle donne, esistono giornate legate a celebrazioni che per me meritano il massimo rispetto ma che non “godono” di tutto questo fragore. Avete mai sentito qualcuno che si oppone alla festa della mamma? O a quella del papà? O al Natale? Certo, non sono paragonabili ma stavo pensando a quando a scuola mi facevano preparare disegni e frasi spassionate per dire a mia madre quanto l’amassi. Ecco il punto: la cultura; intesa come educazione. Dentro quei disegni c’era l’amore, il rispetto, la stima e la devozione. Poi magari nel corso degli anni gli stessi bambini non hanno avuto dei rapporti eccellenti con i propri genitori ma culturalmente sono stati orientati verso questo genere di affetto. Del resto le dinamiche dei rapporti fra genitori e figli sono complesse e articolate e non mi addentrerò in questo genere di considerazioni ma è vero o no che viene insegnato, che si viene educati in questa direzione?
Lo stesso non accade con le donne. E non accade con le persone, di qualsiasi sesso e orientamento, nazione o religione. E quindi sentirmi il solito predicozzo cum laude di quanto siamo brave e importanti per la società, scusate, ma mi ha sinceramente annoiato.
Fino a quando non si disegneranno donne e uomini nuovi non andremo da nessuna parte ma potremo certamente continuare a regalare mimose.
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