Villa Dante: Stellario Di Blasi

S. Di Blasi VILLA DANTE 4Cosa hai pensato quando hai sentito parlare per la prima volta di Distrart, del tentativo di diffondere la Street Art -intesa come arte urbana fruibile gratuitamente- a Messina? Che relazione hai con questo tipo di arte?
Quando lessi il bando di Distrart, non mi sono soffermato a riflettere sul tentativo di diffusione della Street Art, su un’arte immediata e gratuita; quanto semmai è immediatamente nato in me il desiderio di poter fare qualcosa per la mia città, di poter dare un contributo creativo e, il più professionale possibile, come dono ad una città deturpata della sua stessa essenza. C’era da un po’ in me questa fantasia, spesso soffocata dal pensiero che Messina purtroppo è una città arida e primitiva rispetto ad un pensiero collettivo artistico, che, spesso rende vano ogni tentativo in cambio di un niente. A tal proposito accolsi di buon occhio l’iniziativa proposta da Distrart, nonostante la mia diffidenza iniziale, poiché anche se questa fosse stata l’ennesima inezia, avrebbe comunque sostituito una situazione di stallo e fornito un input di partenza ad una collettività pigra e diciamo anche piuttosto bigotta. Come artista, non ho una predilezione particolare per la Street Art o per quella “da museo”, credo che l’arte, tutta e senza distinzione, abbia il compito di educare, rilevare la vita e rinnovare i popoli. 

S. Di Blasi VILLA DANTE 3In base a cosa hai scelto la tematica e com’è nata l’idea che poi hai presentato e realizzato per Distrart?
Le tematiche che ho scelto ovviamente riflettono la mia sensibilità artistica e parte dei miei gusti estetici che si collocano tra una bellezza classica, utopica, e una storia della bruttezza che accoglie spietate passioni, disarmonie, chimere e surrealismo immaginifico. I paesaggi del corpo e della mente alimentano sempre la mia creatività. In base a questo mio modo di essere, quando lessi le tematiche proposte da Distrart, non ebbi perplessità sulla scelta di mettermi all’opera sulla reinterpretazione di opere di Antonello da Messina (artista che amo da sempre) e Scilla e Cariddi. Entrambe le tematiche mi permettevano così di indagare la predilezione che posseggo verso le nette contrapposizioni. Questa scelta mi ha quindi concesso un’esplorazione creativa tra fede, mitologia, bellezza e mostruosità.

Generalmente, come nasce e prende forma una tua opera?
Non c’è in me una consuetudine particolare attraverso cui creo, gli stimoli sono sempre vari e di qualsiasi genere. Consulto molte immagini, teatro, fotografia, ogni cosa anche dei ricordi intimi possono essere motivo per me di indagine. Il mio lavoro varia dal disegno, alla pittura, la fotografia, l’istallazione o la performance. Prende forma in maniera naturale, studiata o di getto poco importa, considero le mie opere sempre come dei veri e propri studi e non come qualcosa di finito.

S. Di Blasi VILLA DANTE 2Quale pensi che sia oggi il ruolo dell’artista e che spazio ha in una realtà come quella di Messina e della Sicilia in generale?
Il ruolo dell’artista oggi credo sia abbastanza confuso e sostengo ci sia molta gente che piuttosto che arte proponga fumo. Spesso alle carenze tecniche si sopperisce con delle futili intuizioni, o viceversa a cattive idee si provvede con virtuosismo inutile, egocentrismo e pochezza d’animo. Penso sia importante saper scindere e distinguere il creativo dall’artista di turno propinatoci da critici e cliché contemporanei. L’artista è portavoce del proprio tempo e ne esprime creativamente con visione ontologica o sociologica il suo esistere. Messina è una città chiusa, arretrata, mai rinata, forse, dopo il terremoto del 1908. E’ ancora sepolta sotto cumoli di cattive politiche, è una città con un’identità dimenticata. Diversamente in Sicilia forse ancora qualcosa lotta a fatica, ma gli artisti non hanno vita qui, emigrano.

Le strade di Messina per qualche giorno si sono trasformate nel tuo studio. Come hai vissuto l’esperienza di lavorare a contatto diretto con il pubblico? Hai da raccontare qualche episodio particolare legato a Distrart?
L’esperienza è stata senza alcun dubbio particolare, bella ma anche difficile. Confesso che spesso ebbi il bisogno di mettere su le mie cuffie e la mia musica per estraniarmi e riuscire a concentrarmi. Molti gli episodi negativi: innanzitutto devo circoscrivere il tutto alla zona assegnatami, forse la peggiore a mio parere, la più difficile. Villa Dante, luogo nascosto e sporchissimo in cui in dieci giorni, ahimè, nemmeno un operatore ecologico è passato a dare una spazzata e a togliere la “Munnizza” accumulata non so da quanto tempo. Molti ubriaconi, ragazzini selvaggi che litigavano e pensionati sui generis che dovevo rincorrere per non permettergli di urinare dietro le pensiline su cui stavo lavorando.

S. Di Blasi VILLA DANTE 1E secondo te come ha reagito la città a questo progetto?
A mio parere, in base all’esperienza fatta in strada, ascoltando i commenti della gente mentre dipingevo, credo che la città sia stata spaccata in due. C’è ovviamente una buona porzione di cittadini che hanno apprezzato l’iniziativa e che hanno visto i lavori come la base di un possibile cambiamento in città; ma di contro c’è stato chi ha visto in questo l’ennesimo spreco di denaro e gli insulti arrivati al Sindaco sono stati parecchi. La prima necessità della gente di Villa Dante era appunto capire se il Comune avesse stanziato la cosa. Ricordo ad esempio anche un autista del tram che scese dal suo mezzo e prima di complimentarsi volle sapere se fosse stata l’Atm o il Comune a finanziare i lavori. Che dire, ai cittadini di Messina, interessa ben poco l’arte: “tantu pi quantu i fannu durari…su soddi pessi”. Quattro giorni dopo aver terminato le mie pensiline, una di queste, è stata sporcata; ho menzionato la cosa sulla mia pagina Fb come provocazione, che, purtroppo a quanto pare non è stata ben capita. La gente ha creduto fossi arrabbiato o offeso per lo sfregio, senza intendere invece che così non era, in quanto una volta consegnate, quelle pensiline per me non rappresentano più qualcosa di mio, ma della città. La mia provocazione fu solo scritta dopo essere venuto a conoscenza (chissà se vero) che quello sfregio fu provocato appositamente da alcuni Street Artist in disputa, in città, per una “Street Art” che se pura non può essere finanziata.

Pasquale Pollara

Pasquale Pollara

Si considera un esteta. Amante del “bello” e dell’Arte, si dedica alla ricerca di nuove espressioni artistiche per poterle tradurre nel suo campo di applicazione: l’Architettura. Fedele alla tradizione, con taccuino sempre in tasca, disegna a mano libera per trasmettere istantaneamente la sua creatività. Muove i primi passi a Barcelona, oggi prosegue in autonomia la sua attività progettuale e i suoi lavori sono stati esposti e pubblicati in diverse occasioni. Riscoperta la passione per la scrittura, per scirokko.it cura la Rubrica di Design attraverso cui si impegna a trasmettere le sue passioni e l’amore per il suo lavoro.
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