La Chiesa di Grotte. Nata da una leggenda e voluta da un Viceré

Può essere considerata la Cattedrale del Mare. Il suo antico colore rosa l’ha resa unica per lunghi decenni, fino al momento dell’ultimo restauro. La Chiesa Maria Santissima delle Grazie, denominata da sempre, Chiesa di Grotte, fa parte del patrimonio monumentale della città, e la storia delle sue origini fa sì, oltre l’importanza architettonica, che le sia conferita anche una tradizione leggendaria, legata al culto Mariano.

Si narra, infatti, che un vascello levantino, navigando il mare dello Stretto, si fermò davanti al litorale messinese, presso l’attuale frazione di Pace, rendendo impossibile all’equipaggio a bordo di continuare la navigazione. All’interno dell’imbarcazione vi era un’icona della Vergine Maria, il padrone del vascello ricondusse l’improvvisa immobilizzazione della barca al volere della Madonna. Decise così di depositare l’immagine sacra su suolo messinese, e trovò, subito dopo la spiaggia, una grotta, luogo adatto dove poter custodire al riparo dalle intemperie l’icona della Santissima. Iniziò un così il pellegrinaggio verso il sito che in breve tempo divento sacro, avviato dai pescatori che abitavano nei pressi della grotta.

La prima chiesa fu edificata intorno al 500, grazie alle offerte dei fedeli, attraverso le quali fu costruito un piccolo oratorio proprio vicino alla grotta. Nel 1622, il Viceré Emanuele Filiberto, il quale, durante le sue permanenze a Messina si recava alla grotta per pregare l’icona mariana, decise di avviare i lavori per la costruzione di un tempio, affidando il progetto all’architetto Simone Gullì. Il terremoto del 1908 distrusse quasi per intero la chiesa, e si dovette attendere il 1924 per la ricostruzione dell’attuale santuario, sotto il volere dell’arcivescovo Angelo Paino.

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