Fino a qualche tempo fa il termine virale si riferiva alla medicina e quindi alla capacità di un virus di diffondersi in modo rapido e capillare. Era una parola che faceva quasi paura, oggi, complici la tecnologia e i nuovi mezzi di comunicazione, ha la valenza di diffusione. Un video, una foto, un momento diventa virale. Come quello che è accaduto quando, a un tratto, comincio a vedere arcobaleni ovunque. Prima penso di avere un problema oftalmico, poi che l’arcobaleno non dona proprio a tutti ed infine il titolone “Nozze gay legali, la ola delle foto arcobaleno su Facebook”. Stupore è la mia prima reazione. Poi vado a fondo alla questione. La Corte suprema degli Stati Uniti venerdì 26 ha dichiarato il matrimonio tra persone dello stesso sesso un diritto costituzionale. Le nozze gay diventano legali in tutti gli Stati. Il presidente Barack Obama l’ha dichiarata una “conquista straordinaria” e il logo della Casa Bianca su Facebook si è dipinto dei colori dell’arcobaleno, a significare il passaggio epocale avvenuto.
Passaggio epocale, in America, mentre in Italia è appena entrata in vigore la legge che riduce i tempi delle separazioni. Quindi da una parte si unisce, dall’altra si semplifica ciò che fino ad ora era “Non osi dividere l’uomo ciò che Dio ha unito”. In questa logica, avvocati, giudici ed ex coniugi, andranno tutti all’inferno, è giusto che lo sappiate. E mentre in America il matrimonio si veste di nuovo dichiarandosi fondamento dell’amore in termini civili fra due persone dello stesso sesso, io, dal canto mio, ho sempre pensato che le unioni veramente civili, sono quelle fatte di buon senso e che potranno nascere milioni di leggi a tutelare qualsiasi unione ma se non vengono recepite dalla gente, è tutto inutile. Tocca noi, non deludiamoci.
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