La leggenda della Madonna di Tindari e dei laghi di Marinello

La provincia di Messina offre, per le migliaia di turisti che ogni estate approdano sull’isola per le vacanze, strepitosi scenari naturali che in nessun’altra parte del mondo è possibile trovare. I tesori che la Sicilia nasconde diventano patrimonio culturale perché bellezza e tradizione s’intrecciano creando luoghi unici e suggestivi. Tra questi vi sono Tindari e la spiaggia di Marinello. Il Santuario che campeggia sul promontorio di Tindari ospita da secoli la statua della Madonna Nera. La leggenda narra che fu la stessa statua ad impedire ad una nave che la trasportava di ripartire dopo che si era rifugiata nella baia di Tindari per sfuggire ad una tempesta. I marinai alleggerirono la nave dal carico, pensando che era quello che ne impediva il movimento, ma soltanto quando scaricarono la statua riuscirono a riprendere il largo. Ma in realtà la scultura, in legno di cedro, probabilmente giunse a Tindari dall’Oriente intorno al VIII-IX secolo.

Alla base del promontorio sulla cui cima sorge il Santuario, si possono ammirare i Laghetti di Marinello, piccoli specchi d’acqua che il mare crea insinuandosi nella baia sabbiosa. Secondo una delle numerose leggende, si narra che la spiaggia si sarebbe formata miracolosamente in seguito alla caduta di una bimba dalla terrazza del Santuario, ritrovata poi sana e salva sulla spiaggia appena creatasi per il ritiro del mare. La madre della bimba, che aveva dubitato della natura miracolosa della statua a causa della sua carnagione scura, si dovette così ricredere. Si narra infatti che la donna, alla vista della Madonna Nera rimase alquanto delusa, sebbene la statua della Madonna di Tindari sia ornata dalla frase: nigra sum sed formosa, «sono nera ma bella». Spontaneamente la contadina esclamò: “Hàju vinutu di luntana via ppi vidiri a una cchiù brutta di mia”. 

Inoltre, si racconta che la bambina, al momento del ritrovamento sulle spiagge di Marinello, stesse giocando con delle nocciole, creando dei cerchi sulla sabbia. Tutt’oggi, in ricordo di quella leggenda, nelle bancarelle di Tindari è possibile acquistare collane di nocciole.

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