Viaggio nel mondo delle sette sataniche

L’interesse della criminologia per l’ambito delle sette riguarda principalmente i comportamenti illegali dei soggetti coinvolti che trovano, in tali organizzazioni, terreno fertile per la messa in atto e per la proliferazione di comportamenti criminali. Nonostante si tratti di pratiche primitive risalenti al Medioevo, le sette sataniche attirano ancora oggi uno stuolo di affascinati e così il numero degli adepti in Italia è in forte crescita, soprattutto in Sicilia, che vede Messina candidarsi al ruolo di prima città di Satana all’interno dell’isola e terza nella penisola (dopo Torino e Genova).
Ciò che favorisce l’avvicinamento di certi individui a realtà così chiuse è da rintracciare in un meccanismo molto complesso, in cui la realtà esoterica svolge un ruolo di primo piano nell’interferenza dei processi di percezione e di significazione dell’uomo. Nelle fasi di avvicinamento, che conducono all’ingresso “ufficiale” all’interno di una setta, entrano in gioco variabili sia sociali che psicologiche; oggi affronteremo la teoria della dissonanza cognitiva, elaborata da Festinger nel 1957, che spiega bene la strutturazione e, infine, il mantenimento del condizionamento mentale che stanno alla base dell’ingresso e della permanenza all’interno del gruppo.

L’uomo presenta una certa abitudine a crearsi dei “punti fermi” all’interno del mondo che vive, che gli danno la percezione di essere protagonista attivo (e non spettatore passivo). Una volta costruite queste credenze, esse vengono introiettate e, anche qualora subentrassero delle “incoerenze”, viene in aiuto la razionalizzazione, un meccanismo di difesa che consiste nel giustificare – attraverso ipotesi di “comodo” – comportamenti che altrimenti non verrebbero più messi in campo. Tuttavia, la razionalizzazione non è l’unico meccanismo di difesa che la nostra psiche conosce e, in ogni caso, non tutti sono in grado di costruirsi verità comode che gli permettano di andare avanti; in altre parole, l’incoerenza continua ad esistere, e procura uno stato di disagio psicologico. L’individuo comincia, così, a vivere un conflitto, dato dalla possibilità reale di trovare un’alternativa ad una situazione che non lo soddisfa pienamente: si troverà, pertanto, ad essere spinto in più direzioni nello stesso tempo. A questo punto, diventa fondamentale prendere una decisione, che ponga fine ad una situazione di ambascia che crea disagio emotivo: è esattamente quando l’individuo fa la sua scelta che la situazione conflittuale viene meno e subentra la responsabilità di imboccare la strada preferita. Ma se il soggetto conserva la capacità cognitiva di riconoscere gli aspetti favorevoli della strada lasciata e quelli sfavorevoli della strada intrapresa, farà in modo di ridurre la “dissonanza” che si è venuta a creare, riducendo le pressioni interne. Da questo momento in poi, tutte le decisioni prese da se stesso o dal gruppo col quale si identifica, non verranno più messe in discussione, anche quando le stesse non trovano riscontri successivi. Generalmente, questo porta l’uomo ad essere coerente con se stesso e col gruppo nel modo di pensare e di agire e questa “fedeltà ad ogni costo” crea e rafforza col tempo dinamiche dalle quali diventa difficile uscirne. Questo non significa che l’uomo perda la capacità di riconoscere le incongruenze tra ciò che ha costruito e ciò che è realmente, ma tale “dissonanza” viene gestita attraverso la negazione delle nuove percezioni che entrano in conflitto con le precedenti. Questo meccanismo, che viene messo in campo in maniera inconsapevole dall’adepto, viene strumentalizzato dal capo della setta al fine di intensificare convinzioni da cui trae giovamento e creare così legami indissolubili.

Generalmente le sette si identificano attorno alla figura del leader, a cui si riconosce carisma e ruolo; tranne nel caso delle sette sataniche, in cui l’identificazione avviene attorno alla dottrina satanista, che promette il conseguimento del potere, del successo e del piacere, passando attraverso determinati rituali che prevedono pratiche cruente, come il sacrificio di animali, di uomini o rituali orgiastici collettivi con giovani vergini. L’aspetto che suscita particolare attenzione è che il culto esoterico fa presa su persone assolutamente normali: casalinghe, professionisti, imprenditori, studenti, che si ritrovano in gruppi composti da una decina di persone per dare meno nell’occhio e agire indisturbati. L’ingresso all’interno della setta è un momento assolutamente libero, una scelta personale (descritta attraverso la teoria della dissonanza cognitiva) ma, una volta divenuto “adepto” a seguito di riti di iniziazione che ne sanciscono l’ufficialità, uscire diventa impossibile. Innanzitutto viene esercitato un condizionamento invasivo che va dalla manipolazione mentale al controllo economico, per cui l’adepto si ritroverà – nel giro di poco tempo – a non essere più padrone della propria vita e delle proprie scelte; e qualora questi decidesse di uscire dalla comunità, si ritroverebbe a fare i conti con pedinamenti, ricatti e minacce.
Tra i “servi di satana” cresce il numero dei giovanissimi, a cui viene insegnato il nichilismo più assoluto e il motto “fai ciò che vuoi, tu sei il padrone-dio di te stesso” impartito come doveroso atto di conquista. E sulla base di questo indottrinamento sono stati compiuti crimini di vario genere: esercizio abusivo di professioni mediche e psicologiche, truffe e frodi, pedofilia, maltrattamento degli animali, violenza sessuale, odio razziale, consumo di droghe fino ad arrivare ai sacrifici umani.
Tema che affronteremo nella prossima uscita.

Sonia Bucolo

Sonia Bucolo

Criminologa ed Esperta al Tribunale di Sorveglianza di Messina, si laurea in Scienze Politiche e si specializza in Criminologia. Oggi prosegue i suoi studi in Psicologia, coniugando studio e lavoro. Studiosa del fenomeno criminoso e dei fenomeni carcerari, nella loro complessità, cura la rubrica di Criminologia di scirokko.it, occupandosi dell'analisi e della divulgazione delle fattispecie criminologiche.
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